SOLUZIONI offre contenuti tecnici gratuiti a supporto delle scelte delle aziende

L’ulteriore ampliamento del catalogo dei reati presupposto a nuove categorie, tra cui i reati tributari, rende necessario ad ogni azienda valutare le scelte più adatte per prevenire i rischi reato e nella prospettiva di fruire dell’esonero dalla responsabilità ai sensi del D.Lgs. 231/2001.

Per offrire un contributo a supporto di tali scelte, SOLUZIONI mette a disposizione contenuti tecnici nell’ambito del Sistema Ri/prendere, nonché materiale di ulteriore approfondimento nell’area riservata, accessibile gratuitamente previa registrazione.

I fatti

Modifiche rilevanti in materia di reati tributari e di responsabilità amministrativa degli enti sono state determinate da:

• Legge 19 dicembre 2019, n. 157, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 24 dicembre 2019, n. 301, ha convertito con modificazioni il D.L. 26 ottobre 2019, n. 124 “Disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili” (cd. Decreto Fiscale);

• D.Lgs. n. 75 del 14 luglio 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 luglio 2020, n. 177, “Attuazione della direttiva UE 2017/1371 relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale” (cd. Direttiva PIF).

In particolare, il D.Lgs. 231/2001 è stato interessato dalle seguenti variazioni:

• introduzione di due nuove categorie di reati presupposto:

  1. delitti tributari (art. 25-quinquiesdecies)
  2. delitti di contrabbando (art. 25-sexiesdecies)

• inserimento di nuovi reati all’interno delle categorie di reati presupposto:

  1. delitti nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (artt. 24 e 25).

I reati tributari

Reati tributari inseriti nel catalogo 231

I reati inseriti nell’art. 25-quinquiesdecies “Reati tributari” sono:

  • Art. 2, comma 1 e 2-bis, D.Lgs. n. 74/2000 – Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti;
  • Art. 3, D.Lgs. n. 74/2000 – Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici;
  • Art. 4, D.Lgs. n. 74/2000 – Dichiarazione infedele (*);
  • Art. 5, D.Lgs. n. 74/2000 – Omessa dichiarazione (*);
  • Art. 8, comma 1 e 2-bis, D.Lgs. n. 74/2000 – Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti;
  • Art. 10, D.Lgs. n. 74/2000 – Occultamento o distruzione di documenti contabili;
  • Art. 10 quater, D.Lgs. n. 74/2000 – Indebita compensazione (*);
  • Art. 11, D.Lgs. n. 74/2000 – Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.

(*) Tali reati rilevano se commessi nell’ambito di sistemi fraudolenti transfrontalieri e al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto per un importo complessivo non inferiore a dieci milioni di euro.

Inoltre, con la modifica dell’art. 6 del D.Lgs. 74/2000 “Tentativo”, diventano punibili a titolo di tentativo i reati dichiarativi qualora siano connotati da transnazionalità e mirino ad evadere l’IVA per un valore complessivo non inferiore a dieci milioni di euro.

Il quadro complessivo delle modifiche normative è disponibile per la consultazione gratuita nell’area riservata.

Sanzioni

L’introduzione dei reati tributari tra i reati presupposto comporta che, alla contestazione del reato tributario all’imprenditore o all’amministratore della società, potrà affiancarsi quella dell’illecito amministrativo dipendente da reato a carico della società stessa, cui potranno essere applicate le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/2001.

Si tratta di fattispecie punite con sanzioni:

  • pecuniarie (fino a 774.685 euro, aumentate di un terzo in caso di profitto di rilevante entità);
  • interdittive quali i)il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, ii) l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’eventuale revoca di quelli già concessi, nonché iii) il divieto di pubblicizzare beni o servizi.

Peraltro, le sanzioni interdittive previste per i reati tributari possono essere applicate anche in via cautelare, ovvero durante la fase delle indagini preliminari, in presenza di gravi indizi di responsabilità dell’ente e del pericolo di reiterazione degli illeciti.

Inoltre, la società risulta esposta anche al rischio di applicazione della confisca, diretta e per equivalente, del prezzo o del profitto del reato tributario realizzato nell’interesse o a vantaggio della società medesima.

Reati Tributari e Modello 231

L’introduzione degli illeciti tributari all’interno dei reati-presupposto della responsabilità dell’ente consente, infatti, la diretta applicabilità della confisca prevista dall’art. 19 del d.lgs. n. 231/2001.

In precedenza la giurisprudenza, in caso di reato tributario, applicava la sola confisca diretta del profitto che risultasse ancora nella disponibilità della persona giuridica, in ragione della non estraneità di quest’ultima alla commissione del reato.

La confisca per equivalente non era, invece, applicabile in assenza di una base normativa che consentisse di aggredire il patrimonio dell’ente (e sempre che quest’ultimo non fosse da considerare un mero schermo rispetto all’attività del reo).

Una sintesi delle possibili scelte per prevenire i reati tributari è illustrata nell’articolo “Come aggiornare il Modello 231 per prevenire i reati tributari e altri reati” pubblicato nella sezione news.

Approfondimenti sugli approcci per la realizzazione di Modelli per la prevenzione dei reati tributari sono consultabili gratuitamente all’interno dell’area riservata.